Poseidonia

 

Nel tuo nome promessa di splendore, mi chiedo
cosa hai lasciato e quale desiderio di bellezza hai
inseguito scrutando l’orizzonte di questo nostro mare.
Forse racconti sognanti di luoghi altri, lontani ti hanno
dato speranza. Noi abbiamo tradito la tua speranza,
abbiamo rubato i tuoi sogni e li abbiamo sognati.
Lasciandoti vestita di nuda terra e vento.

Susanna

Questa donna ride di gioia quando sporgendosi dalla barca, stracolma di umanità, scorge il miraggio di una nuova terra, senza guerre,
senza dolore, che risplende di speranza per una nuova, dignitosa, vita.

Questa donna porta dentro di sé il miracolo di tutte le donne, una nuova vita in grembo alla quale racconterà di dolore, di lotta, di sopravvivenza mentre passeggeranno serene in riva al mare. Quel mare che ha rischiato di vederla morire ma che le ha donato una nuova possibilità.
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Questa donna speranzosa è stata nuovamente ammazzata dalla guerra che l’occidente si porta dentro. Una guerra d’animo, una guerra fredda che ci rende indissolubilmente speciali rispetto ad altri popoli del mondo, una guerra che si nutre di egoismo e superficialità.

Questa donna è morta.
Questa donna è risorta.
Questa donna è Poseidonia,
è morta in tutte le nazioni,
vi adora sopra l’odio che aleggia.
Questa donna siamo tutte noi

Maria

Ci sono persone, che invece sono nate in zone di guerra, di
povertà, e per ogni singola ora di questo giorno, lottano per
sopravvivere, magari qualcuno, cerca, trova il coraggio di scappare
per salvare se stesso e la sua famiglia, con viaggi di speranza.
Per poi trovarsi ad affrontare un muro di indifferenza,
forse più doloroso delle avversità dello stesso viaggio.

Letizia

Ti guardo e ho bisogno di mantenere distanza.
Provo sgomento, indignazione, anche la sola
confusione non sa staccarsi dai miei occhi
per avvicinarmi a te, posso lasciarle spazio
solo se è contenuta dietro lo schermo di un
cellulare, intanto che ci penso a come gestirla
ti scatto una foto o faccio un video, così
quando sarò a casa, sola nel mio ambiente
protetto, potrò riguardarti e decidere cosa
infine pensare.

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Pensare, non so fare di più,
certamente non avvicinarmi, non agire, non
coinvolgermi, non protestare, non ribaltare
quella barca, quel tavolo, quell’asfalto tutta
quella gente che mormora senza veramente
fare un cazzo. Esattamente come me.

Sheila

Non ci rendiamo conto di come siamo diventati.
Non ci rendiamo conto di quello che abbiamo creato con i nostri
silenzi e la nostra indifferenza.
Non ci rendiamo conto che quando mangiamo certo pesce, il
pesce ha già mangiato l’uomo.
Non ci rendiamo conto di non voler vedere la sofferenza, la
disperazione, la morte che qualcuno ha fatto sì che si generasse
nel mondo.
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Non ci rendiamo conto che al di là delle parole, dello sguardo,
delle emozioni, possiamo agire, perché il mondo siamo noi.
Non ci rendiamo conto della forza e della potenza delle donne
che hanno il dono sacro di generare la vita.

Antonella