LINFE

Il processo di umanizzazione del corpo è forse la pratica più intensa e violenta a cui la creatura si è sottoposta per ricavare la sua specificità. Il supporto mutande, appartenute a suore di clausura della prima metà del secolo scorso, circoscrive il tema sempre attuale di una relazione incoercibile tra l’investimento dei segni culturali sulla materia vivente per piegarla ad un modello ideale e la persistenza dell’incidenza corporale, solitamente oscurata, e che qui riluce attraverso la signatura di un ricamo sanguigno.
Mestrui, flussi, plasmi, linfe affiorano e rivelano i corpi nella loro micidiale giuntura allo spirito e si imprimono sulla tela dell’indumento con la forza di un reclamo affermandone la vitalità intrinseca contro ogni codice e ogni disciplina. Installazione di 16 mutande su supporti sintetizzanti la figura umana realizzati con rami d’albero in parte scortecciati con tagli secchi e imprecisi ad indicare lo slancio trascendentale che anima i corpi. A terra la parte grossa delle gambe, impiantate sull’argilla sterco, descrivono la dimensione esistenziale di matrice terrestre, ben radicata al suolo, che tenta di elevarsi, farsi essenza, non arrivando mai davvero a trasfigurarsi, ad elevarsi.
Testo critico a cura di Michela Rosetti
LINFE è stata installata all’interno della X ^ edizione del Festival NOTTE NERA 2016  – Serra de’ Conti –  Marche – IT